Noi da sempre siamo convinti assertori delle politiche di efficientamento energetico come sistema per evitare la recessione.
I vantaggi dell’intervento sono presto detti. Innanzitutto il beneficio è economico. I consumi energetici degli edifici si possono infatti ridurre fino al 70-80% isolando le pareti esterne e le coperture, inoltre gli interventi di isolamento termico hanno spese di manutenzione praticamente assenti e godono di specifici incentivi ECOBONUS (ad esempio le detrazioni fiscali del 65%):
nei condomini gli elementi più disperdenti sono le pareti esterne, attraverso le quali si disperde circa il 25-35% del calore, mentre nelle case singole sono i tetti mal isolati che portano alla dispersione del 30-40% del calore.
Una buona coibentazione di pareti, coperture e solai, poi, permette di evitare fenomeni di condensa e muffa.
A questo va aggiunto il ritorno green, che non è secondario: a trarre vantaggio dall’operazione è anche l’ambiente in senso lato.
Isolando, infatti, si contribuisce alla riduzione delle emissioni di gas serra, riducendo sensibilmente i consumi di combustibile da fonte fossile.
I nuovi edifici verdi spesso non stanno riducendo il riscaldamento globale, ma solo rallentando la sua crescita . Invece, riqualificare gli edifici può ridurre in modo sensibile il riscaldamento globale e fare accrescere il risparmio dei proprietari degli immobili.
Il nostro Pianeta è in rosso. In altre parole quello che consumiamo è superiore a quanto la Terra riesce a rigenerare. A fare i calcoli è il Global Footprint Network che ogni anno elabora una sorta di estratto conto bancario, in cui sono registrati la domanda dell’umanità e l’offerta di risorse naturali e di servizi ecologici.
A pagare le spese di questo deficit ecologico saranno principalmente le foreste, che dovranno assorbire una maggiore quantità di anidride carbonica, la qualità dell’aria in costante peggioramento e gli uomini costretti a subire gli effetti dell’inquinamento.
Chiaramente non tutti i Paesi hanno la stessa “impronta ecologica”. Se tutti gli abitanti della Terra consumassero quanto un cittadino italiano, sarebbero necessari 2,55 pianeti Terra per la sopravvivenza dell’umanità.
La Strategia è quella di ridurre gli sprechi e rendere la nostre case più confortevoli e salubri.
Sono oggi disponibili materiali, tecnologie e soluzioni innovative (come quelle di PAFILE) che permettono di risparmiare sulle bollette e di vivere meglio all’interno delle mura domestiche. Il progetto di riqualificazione energetica per realizzare una casa ecologica dev’essere seguito da esperti, ingegneri e architetti del settore che sappiano consigliare e suggerire le migliori tecniche, adatte ai nostri scopi.
Il CRIF ha preso in considerazione un aspetto, relativo all’evoluzione del valore di mercato degli immobili differenziati per classe energetica….
I risultati preliminari di questa analisi hanno dimostrato che le proprietà energeticamente più efficienti hanno avuto una migliore tenuta dei valori immobiliari rispetto a quelle meno performanti. Al 2018 si evidenziava un differenziale tra le due categorie, rispetto al valore indice pari a 100 del 2011, di poco inferiore ai 10 punti base.
La riqualificazione ha un effetto positivo sull’intera economia determinando, in media, un incremento del PIL dello 0,08% l’anno.
Per un incremento di spesa delle famiglie pari a 964 milioni di euro/anno si ottiene un incremento dei redditi dei fattori produttivi pari a circa 1,14 miliardi di € l’anno e un incremento della produzione di oltre 2,5 Mld.
L’espansione della produzione a sua volta determina maggiori entrate per il settore pubblico per un ammontare medio di 157 milioni l’anno.
Da una analisi RAEE per gli anni a venire si desume che:
L’impatto occupazionale di questo settore edile è ripartito in media come segue: 18% nel settore delle costruzioni, 12% nell’industria, 40% nei trasporti e nei servizi, 30% nel settore pubblico.
Il profilo temporale evidenzia una crescita dalle circa 10.000-12.000 Unità lavorative dei primi anni fino ad un massimo di quasi 25.000 unità negli anni 2021-2022. Negli anni successivi, in assenza di ulteriori investimenti l’occupazione attivata decresce leggermente, ma il reddito “liberato” dai risparmi sulle spese energetiche mantiene a lungo il suo effetto espansivo.